La nefrolitiasi o più comunemente calcolosi renale, è una patologia caratterizzata dalla formazione di aggregati cristallini, noti come calcoli delle vie urinarie. Tale patologia è responsabile di coliche renali, di ematuria e di complicanze quali l’ostruzione delle vie urinarie o anuria ostruttiva. Tendenzialmente è una condizione patologica che tende a recidivare o cronicizzare, esponendo chi ne è colpito ad episodi ripetuti nel tempo.
Nella patogenesi della nefrolitiasi, che Ippocrate la definì “il mal della pietra”, gioca un ruolo pilota l’alimentazione.
I calcoli, colpiscono con maggior frequenza i soggetti di sesso maschile e, nell’85 % dei casi i calcoli renali, contengono sali di calcio sottoforma di ossalato di calcio o fasfato di calcio ed i loro componenti cristallini.
In passato, quando le condizioni socio-sanitarie erano scadenti, primeggiavano in maniera significativa nella popolazione, i calcoli renali di struvite (composti da sali di fosfato ammonio-magnesio), i quali erano correlati ad infezioni batteriche del tessuto urinario.
Tuttavia, oggi nella popolazione dei paesi sviluppati, a seguito del improvement socio-economico, nonchè ad un alimentazione ricca in proteine e povera di fibre, i calcoli renali “hanno virato” in maniera significativa in forme tipicamente di ossalato di calcio o di acido urico.
La facilitazione della formazione dei calcoli renali, oltre ai noti fattori genetici e ai già citati fattori nutrizionali, è provocata dalla carenza di inibitori della cristallizzazione, ovvero citrati e magnesio. Il legame del soluto in forma ionica con il citrato e il magnesio abbassa la saturazione del soluto e ostacola la formazione del calcolo.
Le condizioni di acidosi, spesso provocate da diete non bilanciate o iperproteiche, sono le principali cause di riduzione dei citrati o ipocitraturia.
Circa la classificazione, la calcolosi renale, si presenta principalmente come ossalica, uratica e cistinica. Di seguito saranno discussi alcuni “hint” dietoterapici.
i) Nella calcolosi ossalica, bisogna ridurre gli eccessi di vitamina C, quest’ultima aumenta la sintesi endogena degli ossalati. Cuocere la verdura ricca in ossalato, con un pò di aceto, in modo da eliminare l’ossalato. Seguire una dieta ipolipidica. Bere almeno 2,5 litri di acqua oligominerale al dì.
ii) Nella calcolosi uratica, riduzione di cibi ricchi in purine (sarde, acciughe, aringhe, fegato, animelle, rognone, cervello, carni, pollame, crostacei, salumi, legumi, asparagi, spinaci, frutta secca a guscio, funghi e cavolfiori). Evitare di bere alcool. Evitare spremute di arance e limoni, favoriscono la precipitazione di urato. Bere 2 litri di acqua al dì usando acqua iposodica e ipocalcica, con residuo fisso fino a 200.
iii) Nella calcolosi cistinica, consumare alimenti a basso contenuto di metionina; la maggior parte della frutta e della verdura, così come dei legumi, ne contiene molto poca. Ridurre apporto di sodio. Bere 2,5 litri di acqua al dì, preferibilmente alcalina.
Al prossimo articolo.
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